Il sistema scolastico ha fallito
--
Ho scelto consapevolmente questo titolo provocatorio, con lo scopo di far capire la natura dell’articolo. La scuola negli anni è riuscita ad avere un impatto positivo sulla società, arginando e risolvendo quasi totalmente gravi problemi quali ,per esempio, l’analfabetismo. Tuttavia ha fallito , e continua a farlo, su numerosi aspetti, rifiutandosi di migliorare, evolvere e mutare. L’articolo ha lo scopo di esplicitare le discipline, i metodi, gli approcci e gli obiettivi, che il sistema scolastico dovrebbe avere.
Si sente spesso, soprattutto ultimamente, parlare di scuola. Al momento la situazione scolastica è in un periodo di crisi, dovuto anche al Coronavirus. Sono tante le problematiche, i dubbi e le perplessità emerse in questi mesi. Com’è realmente questo mondo oggi e come dovrebbe essere?
Cosa significa il termine “scuola”
Non si può che partire dalla definizione della parola “scuola” . Secondo Wikipedia, “una scuola è un’istituzione destinata all’educazione e all’istruzione di studenti e allievi sotto la guida di varie tipologie di figure professionali appartenenti al settore dei lavoratori della conoscenza.”
La scuola quindi, è un luogo dove si forma l’essere umano, con lo scopo di educarlo, istruirlo e prepararlo al mondo lavorativo. Ma è davvero così importante? Sì. È essenziale e per questo obbligatoria. Al di là del mondo professionale, la scuola prepara, o almeno dovrebbe preparare, alla vita ed al rapporto sociale. Ma capiamo com’è la scuola oggi e come dovrebbe essere un domani.
Il percorso scolastico
Attualmente il percorso scolastico è suddiviso in:
- Asilo nido e scuola dell’infanzia (non obbligatorie) (età 0–6);
- scuola primaria e secondaria di primo grado (entrambe obbligatorie) (età 6–14);
- scuola secondaria di secondo grado (obbligatoria fino a 16 anni) (età 14–19)
- università (facoltativa).
Questo percorso ha lo scopo di istruire le persone, per poterle inserire nella società, fornendo loro le conoscenze base di cultura generale, le capacità relazionali e di confronto con gli altri, e prepararli ad avere un impiego ed incominciare la propria vita indipendente.
Ma questi obiettivi sono stati davvero raggiunti? E soprattutto, bastano?
Cultura generale
Uno degli aspetti più importanti per la formazione di una persona è la cosiddetta cultura generale. Essa consiste nell’avere una base generale di diverse materie, affinché si possa conoscere un po’ di tutto. Ciò determina la possibilità di ampliare la prospettiva della visione della vita, riuscendo a collegare aspetti che apparentemente sembrano essere scollegati, a poter interessarsi ed avere una propria opinione di più tematiche. Arte, matematica, filosofia, musica, informatica, scienze, storia, lingue straniere, religione, letteratura. Sono tutte materie importantissime di cui bisogna avere almeno una conoscenza generale di base.
Fallimento
Nella scuola d’oggi la filosofia del fallimento è presente quasi ovunque, a partire dal concetto stesso di voto, per il quale si etichetta e standardizza uno studente ed il suo percorso di apprendimento, percorso che per definizione è un viaggio “in costruzione”, mutevole, dinamico e non standardizzabile. L’ottica a cui siamo abituati, porta a credere che se si hanno buoni “risultati scolastici”, che per il gergo comune vengo equiparati (erroneamente) ai voti, si è una persona intelligente che “farà carriera” ed “avrà futuro”.
“Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido” (Albert Einstein)
Durante questo mio viaggio di vita, sto imparando piano piano che il fallimento non esiste. Può sembrare una frase fatta ma non lo è. Se si “fallisce” , non si può che imparare. Tutti abbiamo imparato ad andare in bicicletta dopo essere caduti tante volte. Non si può pensare a diventare bravi in qualcosa senza sbagliare. E dirò di più. Bisognerebbe insegnare ed incentivare a sbagliare, perché, ciò che uno impara attraverso uno sbaglio viene veramente appreso e capito. L’esperienza è alla base di questo discorso. Nella vita come nella scuola, ricordiamo (ed impariamo di conseguenza) molto più ciò che ci ha smosso interiormente, rispetto a ciò che è andato nel verso giusto al primo colpo.
Sbagliare non solo serve, bensì è essenziale. Sbagliate, siatene felici e fate ricordo di quell’esperienza per compiere al meglio quella futura.
Quando venni bocciato in prima liceo, mi dissero che “non ero abbastanza intelligente” per quel tipo di scuola. Mi consigliarono di andare ad un istituto tecnico, come se ciò implicasse il fatto che lì ci vanno “gli stupidi”. Mi dissero che quel percorso non era fatto per me e che non ce l’avrei mai fatta. Ad oggi mi sto prendendo qualche piccola soddisfazione e di certo non smetterò di farlo. Con il senno di poi, sono contento di aver vissuto tale esperienza. Ho avuto la prova che ciò che gli altri spacciavano come fallimento, è stata per me un’opportunità di crescita.
Filosofia
Dietro ai banchi ed agli studenti, ci sono persone. Ci sono emozioni, pensieri, domande e risposte. Questo insieme di cose, seppur non tangibili , esiste e rappresenta la totalità di ciò che è la persona.
Nel mio percorso ho avuto la fortuna di avere come professori di filosofia delle persone molto in gamba e qualificate a livello umano e relazionale. Ripensando a ciò che ho studiato, e sto studiando tuttora, non mi vengono in mente tutti i nomi dei filosofi, bensì un modo di pensare che si è evoluto e auto costruito nel tempo. La filosofia mi ha aiutato, mi aiuta e continuerà a farlo, nel modo di vedere le cose del mondo. Per quanto sembri un discorso astratto, posso affermare sia una delle cose più concrete che mi rappresentano. La filosofia mi ha insegnato a pormi domande, anche quelle più insensate e apparentemente senza risposta, ed a provare a darmi delle risposte. Molto spesso però ponendoti una domanda, la risposta sono altre domande, e così via. Quando alla fine riesci a trovare delle risposte, devi far sì che esse combacino con le altre date in precedenza. L’obiettivo è quello di riuscire a costruire un puzzle, dove i pezzi riescano ad incastrarsi e combaciare tra loro. Un’altra cosa che mi ha insegnato la filosofia, è il non aver paura di cambiare strada. Se ci si accorge di “aver sbagliato risposta”, bisogna essere pronti a cambiare quest’ultima, imparando sempre cose nuove e mettendo sempre in discussione se stessi e le proprie idee. La filosofia è il dinamismo del pensiero.
Per questo credo che dovrebbe essere obbligatoria in tutte le scuole, a partire dalle scuole medie, almeno un paio di ore la settimana, per insegnare ad i ragazzi a porsi domande, darsi ed ascoltare risposte, e creare una propria visione del mondo soggettiva.
Psicologia
Non ho avuto la fortuna di studiare psicologia nel mio percorso scolastico, ma è sempre stata una materia che mi affascinava. Ho da un po’ iniziato a leggere per conto mio dei testi di psicologia, e più conosco cose di questo mondo, più ne rimango affascinato. Al di là del mio interesse, credo che anche questa materia dovrebbe essere obbligatoria almeno a partire dalle scuole superiori. È importantissimo riuscire a capire la mente umana, i processi che ci sono dietro ai fatti, ciò che spinge le persone a comportarsi in una certa maniera. Conoscere ciò che è la sfera dell’inconscio, conoscere gli “errori” che ogni giorni il nostro cervello compie (anche conosciuti come bias cognitivi), conoscere la relazione che esiste tra corpo e mente, conoscere la psicoanalisi e la psicoterapia. Insegnare ai ragazzi a conoscere davvero se stessi e gli altri, insegnare loro come riuscire a reagire a traumi e difficoltà nella vita, come correggere errori e prevenirne altri. La coscienza di quello che è il potenziale del cervello umano e del come funziona, è alla base di una maggiore consapevolezza di chi si è e di come potersi migliorare costantemente.
Bisognerebbe inoltre insegnare questa materia, in quanto purtroppo molti ragazzi sono inconsciamente vittime di situazioni e problemi di cui non si rendono conto, o se lo fanno non sanno come uscirne. È essenziale far conoscere questa disciplina ed invogliare i ragazzi a volerne sapere di più, non aver paura di esporsi, ed essere consci che ogni problema ha una soluzione.
ABC finanziario
Confrontandomi con miei coetanei spesso mi sento dire : “Io vorrei che a scuola ci insegnassero a pagare le tasse ed a sapere come stipulare un contratto, non le funzioni e l’elettromagnetismo che non servono a nulla”. In una frase detta così d’impulso trovo alcune verità e altre banalità. Ho detto prima di quanto sia essenziale avere una cultura generale, e di conseguenza di quanto sia necessario imparare tutte quelle cose come “le funzioni e l’elettromagnetismo” che stupidamente, a questa età ancora immatura , si pensa siano inutili e inapplicabili nella vita reale. Trovo però anche una parte di verità. Quella che spesso i miei amici chiamano come necessità di “imparare a pagare le tasse” , è in realtà un sintomo di una mancata istruzione basilare a livello finanziario. Siamo in una società dove si ha paura a parlare di soldi, spesso anche in famiglia, e lo stipendio di una persona è un po’ come la media scolastica di uno studente, un’etichetta.
Usciamo dalle scuole superiori senza la minima consapevolezza di cosa sia un reddito, un flusso di cassa, la differenza tra un attivo ed un passivo, il significato di investimento, una conoscenza base dei mercati, l’andamento della borsa, i titoli di stato, il famoso PIL e così via. Una delle cause principali, se non la principale, della povertà, che purtroppo in prima persona noi italiani conosciamo molto bene, è la mancata istruzione su questa tematica. Non bisogna vedere la finanza come un mondo a parte e a sé stante, bensì come una conoscenza necessaria per chiunque. È già paradossale pensare che un ragazzo di 18 anni, che si ritrova a dover scegliere la facoltà dell’università, debba scegliere o non scegliere economia, sulla base del nulla, facendo un salto nel vuoto, non avendo avuto la possibilità di imparare tale materia e magari scoprire una passione. È ancora più paradossale pensare che, in un paese dove se chiedi ad una persona come si risolve la povertà nel mondo, probabilmente ti risponderà dicendoti: “stampando più soldi”, non venga insegnata una base generale sul mondo economico.
Educazione ai sentimenti
Siamo tutti esseri umani. Ed in quanto tali siamo fatti di esperienze ed emozioni. Ogni momento della nostra vita è la manifestazione di uno stato mentale. Siamo sempre comandati e rappresentati da emozioni. Noia, dolore, euforia, dubbio, felicità , curiosità, eccitazione, tranquillità, insicurezza. Esistono centinaia di sfumature di diverse emozioni. Dico sfumature perché secondo uno studio condotto dall’Università di Glasgow, i ricercatori hanno potuto constatare che le emozioni “di base” sono 4 : gioia, tristezza, rabbia e paura.
Questa tematica si collega sicuramente all’aspetto filosofico e psicologico spiegato prima, dal quale è emersa l’importanza di conoscerci e migliorarci costantemente. Se siamo davvero sempre “vittime” delle nostre emozioni, perché non imparare a conoscerle e a gestirle? Non riesco a trovare un buon motivo per il quale ciò non dovrebbe essere fatto. Voi?
Pensiero critico e capacità relazionali
Una delle cose che amo più fare in assoluto è pensare. Mettermi in discussione e costantemente cercare di migliorare la mia opinione su qualcosa senza aver paura di ammettere di aver sbagliato. Forse sono fortunato o più probabilmente è un modo di pensare che, per vari fattori, si è costruito nel tempo. Quello di cui sono certo è che se una persona vuole migliorare se stessa, la sua vita ed il mondo che lo circonda, deve essere in grado di relazionarsi ,essere sempre pronto ad ammettere le proprie colpe ed errori, ad imparare qualcosa di nuovo ogni giorno e non aver paura di esporre la propria opinione.
Bella frase motivazionale, direte voi. Vero, dico io. Ma dietro a questo concetto tanto bello quanto astratto, trovo anche un grande “freno” concreto. Mi viene da definirlo come tale in quanto è un ostacolo, uno di quelli belli tosti. Questo ostacolo è rappresentato dal percorso o da “i vari fattori” , che portano la persona a pensare in questa maniera. Come quindi portare le persone a sapersi auto criticare e sapersi relazionare?
Premetto che non è semplice. D’altronde ho detto che sarebbe stato un ostacolo bello tosto. Ma pur sempre sormontabile (come ogni ostacolo nella vita d’altronde). La risposta è facendo. Certo aiutano la filosofia, la psicologia e la gestione delle emozioni, ma quando si tratta di avere una discussione con un tuo coetaneo, su tematiche tanto importanti quanto forti, le cose si fanno più difficili. Serve quindi tanto esercizio e tanto lavoro. Bisogna abituare i ragazzi a discutere e dibattere in modo sano ed in maniera calma, imparando ad ascoltare l’opinione altrui e comprenderla, non solamente sentirla per poi ricominciare ad imporre la nostra. È molto difficile farlo perché crediamo sempre di avere NOI la verità in tasca, di sapere NOI cosa è giusto e cosa no. È molto difficile perché bisogna imparare a mettere da parte il nostro orgoglio ed il nostro ego, essere prima pronti ad ascoltare oltre che a parlare. Dare la possibilità ai ragazzi di discutere direttamente in classe, assieme ad un insegnante avente lo scopo di ascoltare e stimolare il confronto in maniera produttiva e sana.
L’ alternativa a questo metodo è il presente. Politici , ma più in generale cittadini, che si lanciano le scarpe, si urlano contro, si diffamano, si insultano, urlano e non sono capaci ad argomentare. Solo a ripetere a pappagallo la loro verità che hanno in tasca.
In questi due Ted Talk, 1)The psychology of inequality and political division 2)10 ways to have a better conversation, viene dato un esempio di come l’essere umano tenda a credere di essere sempre nel giusto e di sapere cosa sia meglio per gli altri e di come il pensiero maturato dipenda dalle circostanze e dalle situazioni in cui la persona si trova. Viene inoltre spiegata l’importanza di imparare ad ascoltare veramente e comprendere ciò che l’interlocutore ci sta dicendo, facendo capire quanto, da ogni conversazione che si ha, si possa imparare sempre qualcosa di nuovo. Consigliatissimo l’ascolto di entrambi.
Digitale
La Radio ci ha messo 38 anni per raggiungere i 50 milioni di utenti, la TV 14 anni, Internet 4 anni, Facebook 3,6 anni, l’IPhone 2,8 anni, Google+ 88 giorni e l’IPad 80 giorni. Viviamo in un’era dove tutto sta cambiando e sempre più velocemente. Si parla di trasformazione esponenziale. Viviamo passivamente questo cambiamento, tramite i motori di ricerca, i social media e gli e-commerce , senza conoscerne a pieno le realtà che esistono dietro. Non ci rendiamo conto di quanta potenzialità esista dietro a questo mondo. La maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare di Lead generation, Crowdfunding, CRM, AI, IOT, Blockchain . In pochi hanno capito le potenzialità che questo universo offre. Nel concreto alle PMI, alle aziende, ai giovani con idee in testa che le vogliono scaricare a terra, ad associazioni di beneficienza che necessitano fondi, alle innovazioni in campo medico e sanitario, alle opportunità nel mondo finanziario.
Inoltre i dati di Eurostat 2019 parlano chiaro, purtroppo. L’Italia è il terzultimo paese dell’Unione Europea per competenze digitali di base. Pur essendo il terzo paese al mondo per possesso di smartphone, un terzo dei giovani tra i 16 ed i 24 anni non ha una competenza digitale basilare. Si parla di non saper spostare file tra cartelle, aver mai utilizzato un foglio di calcolo, traferire file da computer e neppure mandare o ricevere email.
Occorre intervenire e subito.
Sto vivendo in prima persona ciò che significa cercare di conoscere questo oceano infinito di conoscenze ed opportunità. Bisognerebbe stimolare i ragazzi a fare progetti extracurriculari come Guilds42 , nei quali si ha la possibilità di apprendere e fare ciò che si è imparato, imparando due volte, confrontarsi con persone esperte del settore, lavorare virtualmente con ragazzi della tua stessa età e non smettere mai di imparare. Le porte e le opportunità che progetti come questo aprono, sono infinite.
E qua mi risento di dire: abbraccia il cambiamento e corri insieme ad esso.
Motivazione, sogni e desideri
Bisogna inoltre insegnare e motivare i ragazzi a sognare. Ma è soprattutto necessario insegnare che tutti i sogni sono realizzabili. E se ve lo state chiedendo, sì, ne sono veramente convinto. Se la pensate diversamente, mi spiace per voi perché avete perso una delle capacità più importanti della vita, forse la più importante.
Certo è che un sogno non si avvera come per miracolo, ha bisogno di essere seguito e coltivato sempre e costantemente, ma concettualmente nulla è impossibile.
Questo per dire a tutte le persone che pensano di non essere abbastanza intelligenti o di non essere abbastanza, che ciò che siamo, è ciò che decidiamo di essere. Non fate mai in modo che qualcuno possa calpestare ciò a cui aspirate e distruggere i vostri sogni. Sognate più in grande che potete e lottate ogni giorno per arrivare dove volete arrivare. Ognuno di noi è l’artefice del proprio destino.
Approccio metodologico
- Percorso che continua : Nella scuola di oggi il percorso scolastico è finito, come è normale che sia. Non si può pensare di andare a scuola tutta la vita giustamente. Vero, ma la scuola e l’imparare dovrebbero essere due cose diverse. Nella scuola si dovrebbe imparare ad imparare. Può sembrare un gioco di parole ma non lo è. In un mondo che muta di continuo e sempre più velocemente, è essenziale avere come competenza la famosa “learnability”, ovvero , per farla semplice, la capacità di apprendimento. Uno degli scopi principali della scuola dovrebbe infatti essere quello di insegnare ad imparare, affinché una volta finito il percorso, la persona possa continuare ad apprendere in modo completo e veloce, per necessità di rinnovamento delle proprie conoscenze e ,per auspicabile volontà di sapere.
- Interdisciplinarietà: Una delle cose più affascinanti della vita, sono i collegamenti che esistono tra diverse cose. È incredibile quanto un concetto possa essere ritrovato ovunque. Facciamo un esempio. Il limite. Lo studio del limite di una funzione in matematica, rappresenta lo studio intorno al valore a cui la funzione tende ,senza mai però “toccarlo”, all’avvicinarsi della x ad un determinato valore, che può essere finito o infinito. Il limite in psicologia potremmo pensarlo come la massima conoscenza che un individuo può avere di se stesso, senza poter varcare le porte dell’inconscio. Filosofia. Esiste un limite? Se sì qual è? Qual è il limite della vita umana? È forse Dio? La nostra vita è un continuo ed infinito cercare di avvicinarsi a tale limite, pur essendo consapevoli di poterlo solo “sfiorare”? Astrofisica e cosmologia. Stiamo cercando e stiamo riuscendo sempre più a capire cose sul nostro universo. Ma banalmente, questo è limitato? Se invece sì, c’è qualcosa dopo tale limite? Cos’è esattamente l’infinito? Fisica. La velocità della luce è di 300.000 km/s , ed essa rappresenta un limite insuperabile, dato che per superarla bisognerebbe non avere massa, essendo la luce composta da fotoni (particelle prive di massa) e ciò è per noi impossibile. Ma se anche riuscissimo a superarla, secondo la relatività di Einstein, si tornerebbe indietro nel tempo. Rappresenta quindi essa un limite?
Perché non viene insegnato a fare questi collegamenti a scuola?
- Tipologia di insegnamento: Siamo, quasi sempre, stati abituati ad un tipo di insegnamento passivo. Ci venivano dette, se andava bene spiegate, delle nozioni e dei concetti, fatti studiare e finiva lì. Risultato? Tre mesi dopo, ci si era dimenticati il 90 % delle cose. La maieutica, metodo socratico, fa “nascere” la verità dall’interlocutore. La risposta non viene data da chi già la conosce, bensì scoperta da chi ne è alla ricerca. Questo metodo è estremamente efficace per l’apprendimento. È stato scientificamente provato di come, una persona che arrivi ad una risposta tramite ragionamento proprio, impari tremendamente meglio rispetto ad un qualcuno a cui invece viene semplicemente raccontata la storiella. Questo perché a livello cerebrale si creano più connessioni neurali rendendo quella conoscenza “più forte” e più ancorata nella nostra mente. Essenziale questo tipo di insegnamento nelle scuola. È la base dell’apprendimento.
- Teoria e pratica : Se si ripensa alle cose imparate nel nostro percorso scolastico, quelle che ci sono rimaste più impresse sono stati probabilmente gli esperimenti fatti, le esperienze extracurricolari, le ricerche fatte in gruppo. Questo perché il fare è un modo di imparare estremamente efficace. Bisogna promuovere questo tipo di attività, proponendo progetti, esperienze, laboratori. La pratica non deve essere tuttavia vista come un’alternativa alla teoria, bensì come complementare. È, contrariamente a quanto si pensa, attuabile in tutte le discipline seppure tramite diverse applicazioni.
- Aggiornamento delle applicazioni degli argomenti trattati: è essenziale aggiornare le tematiche sulle quali lo studio avviene. È sì infatti importante spiegare il come la conoscenza di un fenomeno abbia cambiato e rivoluzionato la realtà della materia trattata, ma è altrettanto importante chiedere e proporre idee su come tale conoscenza possa in futuro essere utile per la risoluzione di problemi ad oggi irrisolti. Portiamo le conoscenze su un qualcosa che possa stimolare la curiosità ed il senso di sfida negli studenti. Aggiorniamo la contestualizzazione dei saperi.
- Studio di gruppo: è forse la parte più divertente e proficua di studiare. Lo studio di gruppo ha innumerevoli vantaggi: una maggiore concentrazione, un confronto con i compagni sulle tematiche da studiare, un esercizio di ascolto, un esercizio di esposizione, porta a motivare ed essere motivati a raggiungere un determinato obiettivo (che può essere apprendere l’argomento), un modo per chiedere pareri sul proprio modo di esprimersi, un modo per rendere lo studio più divertente , spezzandolo magari con delle battute e delle risate. Insomma rende il lavoro spesso più divertente, leggero, interessante ed utile sotto molti aspetti. Invogliare i ragazzi a studiare assieme, anche e soprattutto fuori da scuola.
Insegnanti
Gli insegnanti. È qui che risiede il vero segreto di tutto. Il sapere può essere trasmesso solamente tramite un contatto umano. Sono loro la chiave del successo o del fallimento degli studenti. Sono loro che hanno il potere di far appassionare, incuriosire e di stimolare i giovani. Sono loro che, prima ancora delle competenze didattiche, dovrebbero creare un legame reciproco di confidenza con i ragazzi. Ed il sistema scolastico, di persone così ne ha poche. Nel mio percorso scolastico ho avuto la fortuna di incontrarne qualcuno e sono persone che mi hanno lasciato tutte quante “un pezzo del puzzle”, che mi porterò dietro per sempre.
C’è l’esigenza di insegnare ad insegnare. Bisogna anche valorizzare questo impegno, scegliendo le persone più adatte e qualificate, retribuendole meglio anche a livello economico. Credo che sia uno dei mestieri più importanti in assoluto.
È stato scientificamente provato di come le persone diventino tali, in base al contesto in cui crescono ed alle persone di cui sono circondate. Non potendo influire sul contesto familiare, bisogna investire tutto su quello scolastico, che rappresenta una realtà tanto importante quanto quella privata. La scuola è il primo approccio di una persona alla società e deve avere lo scopo di far crescere i ragazzi in un modo sano, stimolante e divertente. Per fare ciò la scuola stessa deve avere queste caratteristiche. Gli insegnanti sono “le mamme ed i papà” dei futuri cittadini.
Conclusioni
Cambiare è essenziale. Non lo dico io. Lo disse un certo Charles Darwin. Ciò che sopravvive è ciò che si evolve. Nella vita occorre abbracciare il cambiamento e progredire con esso. La scuola dovrebbe fare lo stesso. Innovare non significa mettere negli istituiti tablet e computer, non solo perlomeno, bensì adattare il modello scolastico agli anni in cui viviamo, ai cambiamenti che la nostra epoca sta passando e alle scoperte che ogni giorni vengono fatte. È distruttivo vedere quanto potenziale ci sia in milioni di giovani menti e di come spesso venga stracciato , per il solo fatto di avere un modello istruttivo statico ,rigido e vecchio.
Spesso sentiamo ormai dire “il futuro è in mano ai giovani”. Frase tanto vera quanto bella e d’effetto. Ma finché una frase non si trasformerà in fatti e proposte concrete, rimarrà solo una frase. Come si può pensare di lasciare il futuro in mano ai giovani quando non si pensa a come prepararli al meglio, a stimolarli a conoscere ed apprendere, ad invogliarli a migliorare loro stessi e le situazioni che li circondano? Il cambiamento non avviene per caso. Bisogna crearlo, coglierlo, abbracciarlo e correrci assieme.
Federico Bergamini,
Studente all’ultimo anno di liceo